D.ssa Mariagrazia Fanciulli

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Disturbo Paranoide di Personalità (PPD)

"Paranoico" è un termine clinico utilizzato anche nel linguaggio comune, magari per descrivere un fidanzato geloso o un militarista fanatico.
Una modalità di pensiero moderatamente paranoide non è di per sé patologica ed ha un suo ruolo nello sviluppo dell’individuo e nell’organizzazione del’esperienza.
Si parla di disturbo paranoide nel caso di uno stile pervasivo di pensare, sentire e relazionarsi  agli altri particolarmente rigido, caratterizzato da forte sospettosità, mancanza di fiducia nel prossimo, aspettativa di danno e da un atteggiamento guardingo e reticente. Si tratta di persone sempre "sul chi va là", tese a ricercare significati oscuri nelle cose. Tutto ciò comporta un’iperattenzione, una grande circospezione e un continuo comportamento ipervigilante: ricercano segnali di minaccia, di falsità e d significati sottostanti nelle parole e nelle azioni altrui. Generalmente le personalità paranoidi sono prive di umorismo e incapaci di esprimere emozioni forti. Spesso sono eccessivamente serie, oppure litigiose, o fredde e distaccate, agiscono in modo cauto e guardingo, e poiché eccessivamente permalose, polemiche ed ostinate, sono sempre pronte a contrattaccare quando credono di essere criticate o maltrattate.  Rigide e moraliste, sono molto rispettose del potere e della gerarchia. E’ frequente un grande interesse per l’elettronica, la meccanica e l’automazione. Se sottoposti a situazioni particolarmente stressanti, queste persone possono andare incontro ad episodi critici e psicotici, anche se generalmente brevi e transitori, o sviluppare un’ideazione delirante (per esempio pensare di essere spiati).
La propria personalità è generalmente vissuta come non disturbata, per cui difficilmente i paranoidi  cercano un aiuto terapeutico e, anche nel caso lo scelgano spontaneamente, il loro atteggiamento è scettico e distaccato. Ciò riflette una loro caratteristica che è al contempo una loro grande difficoltà: non riescono a distinguere tra mondo esterno (realtà obiettiva) e mondo interiore (proprie sensazioni ed idee), pertanto le sensazioni di minaccia (tanto per fare un esempio)  non vengono mai considerate come un vissuto soggettivo, una fantasia o un’ipotesi, ma come un dato di realtà assoluto e certo, di cui non dubitano minimamente.

Il DSM-IV (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) fornisce una definizione del PPD che mette in risalto la pervasiva diffidenza e sospettosità  nei confronti degli altri, tale per cui le loro intenzioni vengono interpretate come malevole. La forte sospettosità inizia nella prima età adulta  e si manifesta in una varietà di contesti, come indicato da quattro o piu’ dei seguenti criteri:

1. sospetta, senza motivi sufficienti, di essere sfruttato, danneggiato o ingannato dagli altri;
2. è assillato da dubbi immotivati sulla lealtà e sulla fidatezza di amici e colleghi;
3. è riluttante nel confidarsi con gli altri a causa di un timore ingiustificato che le informazioni vengano malevolmente usate contro di lui;
4. scorge significati nascosti umilianti o minacciosi in eventi o rimproveri benevoli;
5. porta continuo rancore, cioè non perdona insulti, offese o affronti;
6. avverte degli attacchi alla propria fama o reputazione che non sono evidenti agli altri ed è pronto a reagire con rabbia o a contrattaccare;
7. ricorrenti sospetti ingiustificati sulla fedeltà del coniuge o del partner sessuale.


Tutto ciò comporta una distorsione dell’esperienza  che l’individuo fa degli altri: chiunque è un potenziale nemico e tutti (ed alcuni in particolare) sono guardati con diffidenza, nell’attesa che facciano un "passo falso" che confermi i sospetti. Da ciò derivano la circospezione, la freddezza, ma anche uno stato di allerta e di tensione fisica insopportabili.
A volte la sensazione interna assume una diversa sfumatura, quella della derisione, e gli altri piu’ che pericolosi sono percepiti come provocatori e sprezzanti.
Gli individui con questo disturbo possono anche essere morbosamente gelosi e sospettare, senza reali motivi, che il partner sia infedele.

Sono facilmente intuibili le conseguenze di tanta diffidenza e sospettosità: gli atteggiamenti ed i comportamenti degli individui con Disturbo Paranoide di Personalità causano numerosi problemi a se stessi ed alle persone che stanno loro vicine. La modalità di interazione sospettosa, diffidente, aggressiva non incoraggia certo gli altri ad approcci gentili ed amichevoli ma al contrario suscita proprio quei comportamenti di allontanamento e di ostilità che il paranoico teme. Ne risulta quindi  evidente il circolo vizioso in cui egli rimane invischiato: comportandosi in questo modo ottiene che gli altri sono ostili o non amichevoli verso di lui, e ciò gli fornisce la conferma che le sue credenze iniziali di approccio alla vita siano corrette. L’isolamento che ne consegue peggiora e rinforza il disturbo stesso.
Purtroppo ingenti sono i problemi che questo disturbo può arrivare a causare  in ambito lavorativo, coniugale, familiare e relazionale in genere.
Come già accennato in precedenza è raro che le persone che soffrono di questo disturbo cerchino spontaneamente aiuto, mentre sono spesso i parenti ad insistere per diverse motivazioni, tra le quali piu’ frequentemente uno stato depressivo del soggetto, un suo progressivo isolamento sociale o problemi relativi alle conseguenze dei suoi comportamenti rabbiosi, diffidenti e aggressivi.


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